Aperitivo scaccia-ansia
Ormai c'è un tremolìo costante dentro di me, prima ancora che intorno a me. Ormai non si capisce più se le scosse si sentono o si sognano. Dopo le scosse del 20 maggio ho passato qualche giorno in ansia, che era quasi sparita quando il 29 ci sono state le altre due forti. E da allora l'ansia è abbastanza una costante, ogni rumore mi fa sobbalzare, ogni movimento che non ho provocato io mi lascia impietrita in ascolto. L'ultima scossa forte, quella di ieri sera, non l'abbiamo avvertita perchè eravamo nel pieno di un concerto all'aperto, ma la notte non è stata più serena che se l'avessimo sentita.
Ma noi che danni in città non ne abbiamo avuti, che abbiamo le case in piedi, non possiamo pensare di non continuare a starci dentro, né di andare da qualche parte lontano (per tornare quando? chi sa dirci quando finirà?).
E così sabato sera, per esorcizzare la paura, per affrontare l'ansia di petto, per pensare ad altro, abbiamo organizzato un bell'aperitivo sul terrazzo invitando un po' di amici.
Questi sono i momenti di felicità a cui non potrei mai rinunciare. Stare con le persone che conosci, che ti amano e su cui sai di poter contare, conoscerne altre, imparare cose nuove e utili ascoltando chi ne sa di più su questo o quell'altro argomento, ridere a crepapelle ironizzando sui nostri caratteri e i nostri difetti, mangiare cose buone preparate con amore, ammirare la luna quasi piena, godersi il vento che pare portare via tutte le preoccupazioni, le paure, le angosce. Andare a dormire con l'animo un po' più in pace.
In questi momenti mi si riempie il cuore di gratitudine.
E mi viene in mente Giunko, un'amica giapponese, con la quale si parlava un giorno di religione e di spiritualità, e lei disse: "Se guardo mia figlia e vedo che ha del cibo nel suo piatto, sento di dover dire grazie, non posso sapere a chi, ma sicuramente a qualcuno devo rendere grazie".
Ma noi che danni in città non ne abbiamo avuti, che abbiamo le case in piedi, non possiamo pensare di non continuare a starci dentro, né di andare da qualche parte lontano (per tornare quando? chi sa dirci quando finirà?).
E così sabato sera, per esorcizzare la paura, per affrontare l'ansia di petto, per pensare ad altro, abbiamo organizzato un bell'aperitivo sul terrazzo invitando un po' di amici.
Questi sono i momenti di felicità a cui non potrei mai rinunciare. Stare con le persone che conosci, che ti amano e su cui sai di poter contare, conoscerne altre, imparare cose nuove e utili ascoltando chi ne sa di più su questo o quell'altro argomento, ridere a crepapelle ironizzando sui nostri caratteri e i nostri difetti, mangiare cose buone preparate con amore, ammirare la luna quasi piena, godersi il vento che pare portare via tutte le preoccupazioni, le paure, le angosce. Andare a dormire con l'animo un po' più in pace.
In questi momenti mi si riempie il cuore di gratitudine.
E mi viene in mente Giunko, un'amica giapponese, con la quale si parlava un giorno di religione e di spiritualità, e lei disse: "Se guardo mia figlia e vedo che ha del cibo nel suo piatto, sento di dover dire grazie, non posso sapere a chi, ma sicuramente a qualcuno devo rendere grazie".
Bello, bello bello. Grazie!
RispondiEliminaGrazie, grazie grazie. Bello :)
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