L'uomo che porta la luce laureando analfabeti
I viaggi in treno sono ormai quasi le uniche occasioni in cui compro il quotidiano in formato cartaceo, così venerdì scorso ho fatto Bologna-Firenze con il Venderdì di Repubblica, e ho letto un articolo che ho subito pensato di condividere qua, visto che di "good news" non se ne sentono da un po' e magari a un po' di voi non è passato tra le mani il Venerdì della settimana scorsa e, come me, non conosceva questa realtà.
Il titolo dell'articolo è lo stesso di questo post, è stato scritto dalla giornalista Antonella Barina, ed è dedicato a Bunker Roy, fondatore del Barefoot College (Università dei piedi scalzi), in Rajasthan. Il Barefoot College ammette solo donne e solo donne molto povere provenienti da sperduti villaggi dell'Africa o dell'Asia; donne tra i 35 e i 50 anni, spesso già nonne di parecchi nipoti a cui il governo indiano paga il viaggio in Rajasthan e la permaneza di sei mesi al College. Qui, superando le barriere linguistiche, lavorando a gesti, per osservazione, per imitazione, queste donne imparano da altre donne a costruire ed utilizzare pannelli fotovoltaici. E con il loro nuovo know how, insieme ai pannelli sovvenzionati da benefattori, possono ritornare nei loro villaggi e portarvi la corrente elettrica. E luce fu. Nelle case e nelle strade di villaggi poverissimi ma anche nella dignità e nella vita quotidiana di queste donne, alle quali viene data una possibilità di emancipazione nonostante il loro analfabetismo. Non solo: questa formazione e il conseguente lavoro offrono un'alternativa più che valida a quella che sarebbe stata l'unica possibilità di sopravvivenza, l'emigrazione verso le periferie delle grandi metropoli locali, con il conseguente sradicamento dalla propria terra e l'alta possibilità di sfruttamento da parte di un eventuale datore di lavoro. In questo modo, invece, queste giovani nonne possono rendersi autonome e anzi utili alla loro società, continuando a vivere nel loro ambiente, a curare i loro affetti e magari a coltivare la terra o allevare bestiame se hanno la fortuna di possederne.
Ma come gli sarà venuto in mente al signor Roy di metter su una struttura del genere? Verrebbe da pensare che, essendo povero anche lui, avesse aguzzato l'ingegno. Invece no, la famiglia del signor Roy era decisamente benestante, tanto da farlo studiare nelle scuole più elitarie dell'India; Bunker era destinato ad una brillante carriera di diplomatico, non fosse stato che, da poco laureato, con il suo entusiasmo giovanile andò ad aiutare un villaggio travolto dalla carestia: a dispetto delle sue possibilità di carriera, e dell'incredulità e contrarietà dei suoi familiari, quelle due settimane sono diventate una vita intera.
È il 1972, quando a Tilonia, paese d'origine dell'operaio che gli aveva insegnato a scavare pozzi, Bunker scopre un vecchio sanatorio in disuso e, grazie all'influenza del suo ambiente di provenienza, riesce ad ottenerne l'affitto per un canone annuo di una rupia: qui fonda il Barefoot College e qui, dopo 41 anni, paga ancora lo stesso affitto.
"Tutto all'inizio girava intorno all'acqua: trivellavamo il suolo per scavare pozzi sempre più profondi, come insegna l'ingegneria universitaria. Sono stati i vecchi dei villaggi a convincerci che è più saggio raccogliere acqua piovana in punti strategici, con delle dighe, per farla penetrare nel terreno e rivitalizzare dozzine di cisterne naturali, raggiungibili con pompe a mano: una tecnica usata per secoli. Oggi raccogliamo più di cento milioni di litri d'acqua piovana in tutta l'India e stiamo avviando un progetto internazionale per insegnare ai paesi tormentati dalla siccità a raccogliere la pioggia". Questo è forse l'aspetto che di più mi entusiasma di tutta la faccenda: non si fa beneficienza, non è il ricco che fa il favore di insegnare qualcosa al povero, è piuttosto il vecchio e saggio che insegna il modo migliore per ottenere il massimo dalla terra senza violentarla.
"Con lo stesso principio, nell'86, siamo passati al sole, che sorge ogni giorno e inquina meno dell'elettricità. Oggi tutto a Tilonia - luci, ventilatori, computer, frigoriferi, telefoni - funziona a energia solare. E con la luce abbiamo potuto creare scuole serali per 2500 bambini che di giorno lavorano in campagna. Aprire laboratori di artigianato dove 440 donne lavorano prodotti che vendiamo sul web per finanziare il College."
L'altro ieri, martedì 2 luglio, Bunker Roy era al Festival delle Letterature di Massenzio, a Roma. Mi sarebbe piaciuto esserci (onestamente anche per molti altri ospiti del Festival), sicuramente sarà stato interessante e costruttivo ascoltare la sua storia.
Il titolo dell'articolo è lo stesso di questo post, è stato scritto dalla giornalista Antonella Barina, ed è dedicato a Bunker Roy, fondatore del Barefoot College (Università dei piedi scalzi), in Rajasthan. Il Barefoot College ammette solo donne e solo donne molto povere provenienti da sperduti villaggi dell'Africa o dell'Asia; donne tra i 35 e i 50 anni, spesso già nonne di parecchi nipoti a cui il governo indiano paga il viaggio in Rajasthan e la permaneza di sei mesi al College. Qui, superando le barriere linguistiche, lavorando a gesti, per osservazione, per imitazione, queste donne imparano da altre donne a costruire ed utilizzare pannelli fotovoltaici. E con il loro nuovo know how, insieme ai pannelli sovvenzionati da benefattori, possono ritornare nei loro villaggi e portarvi la corrente elettrica. E luce fu. Nelle case e nelle strade di villaggi poverissimi ma anche nella dignità e nella vita quotidiana di queste donne, alle quali viene data una possibilità di emancipazione nonostante il loro analfabetismo. Non solo: questa formazione e il conseguente lavoro offrono un'alternativa più che valida a quella che sarebbe stata l'unica possibilità di sopravvivenza, l'emigrazione verso le periferie delle grandi metropoli locali, con il conseguente sradicamento dalla propria terra e l'alta possibilità di sfruttamento da parte di un eventuale datore di lavoro. In questo modo, invece, queste giovani nonne possono rendersi autonome e anzi utili alla loro società, continuando a vivere nel loro ambiente, a curare i loro affetti e magari a coltivare la terra o allevare bestiame se hanno la fortuna di possederne.
Ma come gli sarà venuto in mente al signor Roy di metter su una struttura del genere? Verrebbe da pensare che, essendo povero anche lui, avesse aguzzato l'ingegno. Invece no, la famiglia del signor Roy era decisamente benestante, tanto da farlo studiare nelle scuole più elitarie dell'India; Bunker era destinato ad una brillante carriera di diplomatico, non fosse stato che, da poco laureato, con il suo entusiasmo giovanile andò ad aiutare un villaggio travolto dalla carestia: a dispetto delle sue possibilità di carriera, e dell'incredulità e contrarietà dei suoi familiari, quelle due settimane sono diventate una vita intera.
È il 1972, quando a Tilonia, paese d'origine dell'operaio che gli aveva insegnato a scavare pozzi, Bunker scopre un vecchio sanatorio in disuso e, grazie all'influenza del suo ambiente di provenienza, riesce ad ottenerne l'affitto per un canone annuo di una rupia: qui fonda il Barefoot College e qui, dopo 41 anni, paga ancora lo stesso affitto.
"Tutto all'inizio girava intorno all'acqua: trivellavamo il suolo per scavare pozzi sempre più profondi, come insegna l'ingegneria universitaria. Sono stati i vecchi dei villaggi a convincerci che è più saggio raccogliere acqua piovana in punti strategici, con delle dighe, per farla penetrare nel terreno e rivitalizzare dozzine di cisterne naturali, raggiungibili con pompe a mano: una tecnica usata per secoli. Oggi raccogliamo più di cento milioni di litri d'acqua piovana in tutta l'India e stiamo avviando un progetto internazionale per insegnare ai paesi tormentati dalla siccità a raccogliere la pioggia". Questo è forse l'aspetto che di più mi entusiasma di tutta la faccenda: non si fa beneficienza, non è il ricco che fa il favore di insegnare qualcosa al povero, è piuttosto il vecchio e saggio che insegna il modo migliore per ottenere il massimo dalla terra senza violentarla.
"Con lo stesso principio, nell'86, siamo passati al sole, che sorge ogni giorno e inquina meno dell'elettricità. Oggi tutto a Tilonia - luci, ventilatori, computer, frigoriferi, telefoni - funziona a energia solare. E con la luce abbiamo potuto creare scuole serali per 2500 bambini che di giorno lavorano in campagna. Aprire laboratori di artigianato dove 440 donne lavorano prodotti che vendiamo sul web per finanziare il College."
L'altro ieri, martedì 2 luglio, Bunker Roy era al Festival delle Letterature di Massenzio, a Roma. Mi sarebbe piaciuto esserci (onestamente anche per molti altri ospiti del Festival), sicuramente sarà stato interessante e costruttivo ascoltare la sua storia.
Non conoscevo questa storia.
RispondiEliminaDi solito storie di questo tipo le sento molto lontane da me, sono sincero, ma comunque le apprezzo e mi regalano un po' di gioia.
Moz-
Lontane sono lontane sì, ma solo in senso geografico, per il resto, se ci pensi, si tratta solo di esseri umani, esseri umani particolarmente belli :)
EliminaGrazie Cri per avermi fatto conoscere questa storia di cui non sapevo nulla (e Repubblica non la leggo più da un sacco di tempo...). E' bellissima! L'ho subito ripresa anche nel blog (non ho potuto resistere) dove ho condiviso il video in cui Bunker Roy racconta la sua storia in un Ted Talk. Che vergogna non averne saputo niente prima e non essere potuta andare ad ascoltarlo di persona a Massenzio :(
RispondiEliminaGrazie cara, il tuo post mi ha entusiasmata!
Un abbraccio
Grazie Paola! Hai fatto bene a condividere, ora vengo a vedere, neanche io ne sapevo niente prima di incappare nel Venerdì (Repubblica lo compra e legge Francesco).
EliminaEh, un po' mi sento responsabile per il fatto che te lo sei persa, bastare pubblicare questo post qualche giorno fa...ma proprio non ce l'ho fatta!
Un bacio a te
Un vero "portatore di luce" in tutti i sensi. Bellissima storia!
RispondiEliminaVero, è la stessa cosa che più o meno ho pensato anch'io: "portatore di luce". Grazie Patty :)
EliminaSe ci fossi stata ci saremmo incontrate, visto che io ero lì in prima fila a vedere la "mia" Zadie. E Bunker Roy, che ha parlato dopo di lei, è davvero un personaggio eccezionale!
RispondiEliminaImmagino che debba essere stata una bella esperienza! Beh, ci toccherà aspettare la tua prossima vacanza italiana, a meno che questo non sia l'anno buono che io veda San Francisco :)
EliminaCiao Cri, che bella condivisione, grazie! Anch'io non conoscevo questa storia, e aver sentito parlare Bunker Roy in merito deve essere stato davvero profondamente emozionante! Storie così scaldano l'anima e soprattutto sottolineano che al mondo c'è davvero tanta bellezza, bellezza fuori e dentro alle persone!
RispondiEliminaSì, anche secondo me danno speranza, ma non solo, spronano a cambiare, ti dicono che si può fare se solo si vuole e ci si impegna.
EliminaMi ci voleva questa bella notizia in fine giornata. Anche se è una notizia di quasi due anni fa.
RispondiElimina:-)
Buona Notte
Beh, spero che il suo lavoro stia proseguendo ;)
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