Idee geniali: the drinkable book

È solo un prototipo per ora, ma l'idea è, appunto, geniale.
Si tratta di un libro che contiene consigli su come purificare l'acqua non potabile, ma fa di più: la purifica lui stesso! È infatti costituito da fogli speciali, contenenti nanoparticelle d'argento, che, usati come filtri, depurano l'acqua dai batteri che provocano malattie come dissenteria e colera. Ogni libro contiene 20 pagine e si stima che con un volume si arrivi a depurare circa 5.000 litri d'acqua.
La tecnologia utilizzata in questi fogli è stata messa a punto dalla McGill University, in California, dove studiava una certa Theresa, che si è presa decisamente a cuore la faccenda. Theresa infatti è andata in Sud Africa a testare i filtri e ha iniziato una collaborazione con una noprofit, Waterforlife, che opera a sostegno di alcune comunità rurali in India e in Africa.
Theresa e i suoi collaboratori sono tuttora, mi pare di aver capito, alla ricerca di fondi per poter produrre in larga scala questo prezioso libro. Con il sistema del crowdfunding ne hanno raccolti un bel po', ma qualcosa mi dice che non sono ancora sufficienti. 
Poi beh, mi chiedo quanto costi questo oggetto una volta messo in commercio e soprattutto se arriverà mai ad andare a compiere il suo dovere. Intendo, è probabile che la povera donna che vive accanto a una pozza in Ghana non abbia il denaro per comprare un libro nè tantomeno un filtro per l'acqua. Certo, ci dovrebbero pensare le istituzioni, le ong, ma il problema di quella donna è semplicemente che i soldi spesso si fermano prima di arrivare in qualche modo a lei e le istituzioni trovano qualcosa di meglio e più personale da farci che non depurare l'acqua per quella donna e la sua famiglia.

Ma va beh, non voglio fare la disfattista, anche perchè poi in realtà sono sempre felice quando vedo la scienza e la tecnologia migliorare il mondo piuttosto che costruire bombe.

Commenti

  1. A questo proposito mi viene in mente una mostra che abbiamo visto di recente nella sede di una ricca azienda tech qui a SF. Gli oggetti in mostra erano tutte cose fantastiche per migliorare il mondo, tipo protesi fatte con le stampanti in 3D ed edifici verdissimi e supersostenibili. Ma poi i soldi li fanno vendendo software e non certo distribuendo queste cose fichissime. Certo, loro sono un'azienda e non un ente filantropico, ma ci vorrebbe un sistema per rendere redditizia la distribuzione di queste cose che fanno bene alla gente, e non solo il consumo di cazzate inutili da parte di gente ricca del primo mondo.

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  2. Esatto, era proprio quello che intendevo, senza un investimento per metterle in pratica restano invenzioni fini a se stesse, e l'investimento di capitale obbedisce quasi sempre alla logica del ritorno economico..

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  3. Alcuni anni fa trovai diversi articoli sulla tanica fatta a ruota per trasportare l'acqua nel terzo mondo (http://www.vincenzobarbato.org/2011/10/la-ruota-ridisegnata-per-trasportare.html). Ricordo che avevano studiato una versione che rotolando filtrava l'acqua e la rendeva potabile. Anche questa penso che sia finita nel dimenticatoio delle buone idee che non vengono commercializzate perchè non creano abbastanza profitto

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    1. Dannato profitto!! Ma il profitto della soddisfazione di aver fatto felice qualcuno, di aver salvato vite, di aver reso migliore l'esistenza di tante persone non paga molto di più?!

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