Lanzarote #2 - Coltivare a tutti i costi
Come accennavo nel post precedente, Lanzarote è un isola vulcanica. Le Montagne di fuoco sono ancora attive, ma le ultime eruzioni del Timanfaya (il più colossale dei 36 coni vulcanici presenti sull'isola), risalgono al 1730 - 36, il periodo di eruzioni più lungo che si ricordi e che trasformò un'isola rigogliosa in un deserto di lava e cenere. In seguito si è verificata, nel 1812 - 14 l'eruzione del vulcano Tinguaton, che insieme alle precedenti, ha contribuito ad aumentare la superficie dell'isola, ampliandone le coste, ma rendendola anche, appunto, un deserto nero.
Ma anche i giardini curati davanti alle case, sono più o meno di questo genere:
per cui la sua superficie è per la quasi totalità ricoperta di lava solidificata, come potete vedere dalla foto qui sopra e qui sotto, ma anche da quasi tutte le altre foto.
Per questa ragione non ti aspetti di vedere della gran vegetazione, se si escludono palme e cactus di ogni forma e dimensione. Al Jardìn de cactus ne abbiamo visti di assurdi:
Ma anche i giardini curati davanti alle case, sono più o meno di questo genere:
Assomigliano più a giardini zen che ai cortili che siamo abituati a vedere da queste parti. D'altronde, oltre alla questione del terreno, c'è da dire anche che pioverà due mesi l'anno al massimo, quindi ci siamo fatti l'idea che prati non ne avremmo trovati, che la frutta e verdura che mangiavamo venisse dalle altre isole e che l'omaggio di Manrique ai contadini fosse dedicato a autoctoni di qualche secolo fa.
Monumento al campesino |
Quindi, con l'idea che un po' di vegetazione seria l'avremmo trovata solo una volta arrivati a Gran Canaria (altrochè se l'abbiamo trovata! La frutta tropicale più gustosa che io abbia mai mangiato!), andiamo avanti con l'esplorazione dell'isola. Tappa da non mancare: la regione dei vini. "I vini di Lanzarote sono eccezionali!", "Dovete assolutamente provare il passito che fanno a Lanzarote!", "Andate per bodegas a degustare i vini!". Questi i consigli dei nostri amici canari e di chiunque sia stato sull'isola, questa sicuramente un'attività che non avremmo omesso dal nostro programma di viaggio :)
Così partiamo per La Gerìa, zona di vini, percorrendo strade che serpeggiano in mezzo al tuttonero onnipresente.
E in effetti, a un certo punto, iniziamo a vedere un susseguirsi di bodegas a destra e a manca, che propongono degustazioni, vendita di vini, ristorante... Nonostante fossimo inebriati non ancora di vino ma dell'idea di andare ad assaggiarne e dei paesaggi surreali che stavamo attraversando, siamo tornati un attimo in noi e, abituati ai nostrani colli rigogliosi, ci siamo detti "sì ma...le vigne?". Ché di solito, se c'è la regione del vino ci sono le vigne, ché le vie del vino sono corrono tra i vigneti, e allora abbiamo guardato con più attenzione quel tuttonero che riempiva il paesaggio.
Ma dai!!! Eccole le vigne!
Siamo scesi dalla macchina e ci siamo avvicinati ai "campi": e in
effetti erano proprio vigne quelle che stavamo attraversando.
Decisamente diverse dalle nostre. Non riesco a raccontare quanto sia stata emozionante questa presa di coscienza, continuavamo a guardare, a guardarci e a dire:"No! Non ci credo!". I viticoltori qui fanno una buca, larga e non
troppo profonda e ci piantano la vite, questa modalità permette di
proteggere la pianta dal forte vento che altrimenti spazzerebbe via
tutto. Spesso, per maggior sicurezza, ci costruiscono anche un muretto
di pietre intorno.
E questa è, appunto, la vite, direi dopo la vendemmia.
Incuriositi di come potesse crescere una vite su questo spesso strato di lava, ne abbiamo parlato con i nostri amici, una volta arrivati a Gran Canaria. Giuliana, che conosce bene anche Lanzarote, ci ha raccontato che sì, è difficile coltivare a Lanzarote, e chi ha della campagna (non ci posso fare niente, mi fa strano chiamarla "campagna"!) riesce a produrre a stento per il proprio sostentamento, ma ci ha detto anche che invece le viti riescono a crescere e a crescere bene perchè, sotto lo strato di lava, la terra è fertile e la lava in realtà svolge una funzione fondamentale: trattiene l'umidità del terreno: in questo modo l'aridità del clima non secca la pianta, che in effetti produce uve e quindi vini memorabili!
Da quel giorno della via del vino ci abbiamo fatto più attenzione e, nei nostri giri in macchina, abbiamo visto quasi dappertutto campi coltivati in questo modo, cioè con muretti di protezione più o meno alti. Qualche esempio:
Non so come spiegare, ci siamo sentiti davvero in un altro mondo.
Ma la cosa che mi ha fatto pensare è stata soprattutto quella che mi è sembrata come un'ostinazione a coltivare nonostante tutto, nonostante non ci si mangi abbastanza, nonostante si faccia il doppio della fatica (pensate che la vendemmia somiglia più alla nostra raccolta dei pomodori che alla nostra vendemmia). Non so, è stata una sensazione quasi commovente, e rincuorante, è difficile da spiegare. Semplicemente mi sono chiesta: sarà mica un bisogno innato dell'essere umano quello di piantare qualcosa, prendersene cura, farla crescere e mangiarne i frutti? Io, a questo punto ne sono convinta. Voi che ne pensate?
mah che la gente si esponga al rischio di vivere sotto ad un vulcano perché il terreno è fertile in quanto ricchissimo di minerali è cosa nota ma la mia domanda è: ma ai poveri cristi che vendemmiano non viene la gobba a stare tutti chini?
RispondiEliminanon lo so Amanda, potremmo chiederlo anche ai senegalesi che raccolgono i pomodori in Puglia...
Eliminaok ma ci sono piante basse e piante rampicanti e la vite si arrampica solitamente che è un piacere :)
Eliminasì ma lì il vento si porterebbe via la vite e pure l'appoggio! non credo in effetti che la signora chinata sulla vite che ho visto in una foto in un'enoteca si divertisse molto, ma non credo abbiano altra scelta...Poi sai mai, forse si potrebbe far arrampicare la vite al cactus, quello regge, quando ci torno butto lì l'idea ;)
EliminaMa che posto incredibile! Ma quindi il vino era proprio così straordinario?
RispondiEliminaSì era proprio buono! Persino il rosato, da me quasi sempre snobbato, era gustosissimo!
EliminaSì, le piante grasse sono senza ombra di dubbio le piante più belle al mondo... sono stupende... mamma mia quante qualità diverse!!
RispondiEliminaMoz-
Eh eh caro Moz, la prima metà di questo post è praticamente dedicata a te ;)
Eliminaio e le piante grasse non abbiamo un buon feeling troppe cure, tutto ciò che fa star bene le altre le ammazza, non riesco a dimenticarmi che esistono
Elimina"non riesco a dimenticarmi che esistono", quando tutti i pollici non verdi si consolano occupandosi (cioè facendo finta di) di piante grasse, è la cosa più divertente che io abbia sentito nell'ultima settimana o forse mese! sei davvero una persona straordinaria Amanda!
EliminaStupende le piante grasse, incredibili le vigne!
RispondiEliminaCristiana
Vero?!
EliminaOgni tua foto è x me un ricordo. Le vigne dietro ai muretti forse sono per proteggerle dal (sempre presente) vento??? Mah.... Oltre ai vigneti ricordo molti campi di fico d'india: coltivati non x i futti ma x ricavare un colorante dalle cocciniglie che li infestano! Comunque è un isola surreale. Ti senti come su di un altro pianeta!! Ciao
RispondiEliminaAnche per me la sensazione è stata esattamente quella: un'isola surreale e un'altro mondo, ho passato quattro giorni con gli occhi sgranati :)
EliminaSì, i muretti servono per il vento onnipresente, ne abbiamo visti anche di più alti, sembravano trulli a metà! Anche io ho visto tanti campi di fichi d'india "da cocciniglia" :)
posto fantastico !!
RispondiEliminae anche ciclabilissimo, rospo! Abbiamo incontrato un sacco di felici ciclisti lungo le strade :)
EliminaBeh, che meraviglia! Già le foto rendono, figurarsi a vedere tutto ciò dal vivo... queste vigne che corrono per terra ricordano molto le viti selvatiche che si arrampicano se possono sugli alberi, altrimenti vagano per il terreno... decisamente affascinante!
RispondiEliminaSì, queste qui decisamente vagavano per il terreno, limitatamente alla loro buca personale ;)
EliminaAncora che meraviglia, Cri! La coltivazione ostinata della terra è un elemento comune a moltissime isole e altri luoghi fisicamente poco adatti alla coltivazione, ma le tue foto vanno decisamente oltre qualsiasi aspettativa e immaginazione. Un luogo davvero affascinante e spettacolare!
RispondiEliminaSì, la coltivazione ostinata è davvero poesia in un certo modo, rimette l'uomo al suo posto nel cosmo, ti fa riflettere su quali e quanto semplici siano le leggi della natura. Confermo: il luogo è di quelli che si fa fatica a spiegare e che è impossibile dimenticare!
EliminaMa naturalmente è un bisogno dell'Uomo!
RispondiEliminaDi fronte alla terra, gli uomini si sono sempre rimboccati le maniche sapendo che da essa sarebbe arrivato il proprio sostentamento. E' solo in tempi recenti che di fronte ai terreni ci viene in mente di fare parcheggi per auto...!
Un'isola ci pone di fronte al problema invalicabile del limite, e da questo limite nasce quel senso di preziosità delle risorse che rende tutto speciale. L'isola invita o costringe in qualche modo alla responsabilità.
Bellissime foto, io amo molto le piante grasse :)
Grazie per questo commento Marcella, sono proprio questi i pensieri che mi sono venuti dopo aver visto le vigne, e tu li hai espressi perfettamente!
Eliminafantastico post... le foto sono sublimi! andare in quel posto di persona a fotografare sarebbe bellissimo!
RispondiEliminaGarantisco! Lo è stato decisamente :)
EliminaBe', è rincuorante sapere che anche in zone così dure, si pensa a coltivare la vite, pianta alla quale sono devotissimo, per il suo nettare senza il quale, da buon bukowskiano, non saprei vivere. Prosit!
RispondiEliminaHai ragione Alli, questa faccenda è decisamente rincuorante anche da questo punto di vista ;)
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