Una contraddizione in termini: l'aspartame naturale

Qualche mese fa, sul bancone di un bar, insieme alle solite bustine di zucchero bianco e zucchero bianco mascherato, ho trovato questo piccolo dispenser di dolcificante che non poteva non catturare la mia attenzione
Perdonate la più che pessima qualità della foto, l'ho fatta con il cellulare e poi non voleva essere una foto artistica ma solo una testimonianza, o un giochino se volete, che potremmo intitolare "Trova l'errore".
A me, dopo un attimo di sbigottimento, è salito il sangue al cervello. Natura in festa de che?! Quale natura?! Forse giusto la natura criminale di certi signori dell'industria agro-alimentare. Perché in una pasticca di edulcorante a base di aspartame, di naturale non c'è proprio nulla (forse giusto qualche molecola di mais, dal quale, dopo infinite lavorazioni, si ottengono molti additivi alimentari).

Da Wikipedia. L'aspartame è un edulcorante, dolcificante ed esaltatore di sapidità artificiale.
È composto da due amminoacidi, l'acido aspartico e la fenilalanina, e l'estremità carbossilica della fenilalanina è esterificata con il metanolo. [...] L'aspartame è stato scoperto nel 1965 da James M. Schlatter, un chimico che lavorava per la GD Searle&Company. Schlatter aveva sintetizzato l'aspartame come step intermedio nel generare un tetrapeptide della gastrina da utilizzare nella valutazione di un farmaco anti-ulcera. Egli ne scoprì per caso il suo sapore dolce leccandosi il dito per svoltare i fogli di carta.
Nel 1975 l'FDA statunitense recensisce 25 studi della Searle (11 dei quali sull'aspartame) criticandone le gravi carenze. Nel 1980 la stessa FDA convoca una commissione di inchiesta per esaminare la presunta relazione tra aspartame e tumori al cervello. Tale commissione rileva che l'aspartame non causa danni al cervello ma si esprime contro l'approvazione perché mancano risposte da parte della Searle circa i tumori causati sui ratti di laboratorio.
All'aspartame è dedicato un ampio capitolo del libro Il veleno nel piatto, che non a caso ho inserito tra le mie letture consigliate
La Robin si sofferma approfonditamente sugli studi, citati da Wikipedia, eseguiti dal gruppo di lavoro della Food and Drugs Administration. Ci dice che il gruppo riscontrò delle gravi carenze nelle procedure degli studi effettuati dalla Searle sull'aspartame. Le principali? La mancata formazione professionale degli scienziati coinvolti negli studi della Searle e la scoperta che alcuni tumori cerebrali erano stati asportati dalle cavie affinché non facessero statistica. Ma forse quella che la dice più lunga sulla veridicità degli studi forniti dall'azienda è l'aver riscontrato che, ad esempio, "la cavia numero A23LM era viva alla settimana 88, era morta tra la settimana 92 e la 104, era viva alla settimana 108 ed era morta alla settimana 112." O ancora che "la cavia F6HF è stata trovata morta il giorno 787 e il referto patologico riportava un tumore che misurava 5,0 x 4,5 x 2,5 cm. Nella documentazione presentata da Searle alla Fda questo tumore non è stato indicato, poiché la cavia è stata esclusa dallo studio a causa del suo stato di decomposizione."
Insomma, persino per un soggetto corruttibile come la Fda, i punti interrogativi erano davvero troppi per poter dare l'ok alla commercializzazione dell'aspartame.
E allora com'è che ce lo ritroviamo in un'infinità di prodotti industriali? Vi dice niente il nome di Donald Rumsfield? Rappresentante dell'Illinois al congresso e poi segretario alla difesa sotto la presidenza di Gerald Ford, Rumsfield nel 1977 viene nominato amministratore delegato della Searle. La famiglia Searle è molto influente e lo ha sostenuto durante tutta la sua carriera politica: quando poi l'azienda aveva avuto bisogno di un uomo influente per salvare i propri affari minacciati dalle rivelazioni sulle sue pratiche poco chiare, Rumsfield era parso l'uomo giusto al momento giusto, essendo ben introdotto sia a Washington che a Chicago. Da lì, risolvere i problemi e insabbiare le indagini sembrava una passeggiata: "convinci" il procuratore della corte dell'Illinois incaricato delle indagini a dimettersi e ad andare a lavorare per lo studio legale cui si affida la Searle, fai due chiacchiere con i giudici tenuti a pronunciarsi sulla denuncia che il dipartimento legale della Fda aveva sporto contro la Searle per "omissioni nella fornitura di dati e false dichiarazioni" e il gioco sembra praticamente fatto. E invece no. Il 30 settembre 1980, i giudici si pronunciano contro l'autorizzazione alla commercializzazione dell'aspartame. Ma niente paura! Cinque settimane dopo arriva il cowboy di Hollywood a salvare la situazione: Ronald Reagan viene eletto presidente degli Stati Uniti, e con la sua politica di deregulation le cose si semplificano enormemente. Un po' di pulizia al dipartimento della Salute da cui dipende la Fda, un uomo (Arthur Heyes) molto più vicino alle case farmaceutiche che agli interessi della popolazione a capo del dipartimento et voilà il 15 luglio 1981 viene autorizzata la commercializzazione dell'aspartame. E ve l'ho fatta breve! E non ho approfondito gli aspetti legati alla pericolosità di questa sostanza (che ve ne pare di 91 effetti collaterali, compresa la cancerogenicità, a fronte di una non ancora certa utilità che non sia quella di arricchire i produttori?), soprattutto per quanto riguarda l'assunzione da parte dei bambini, ma direi che tutte le carte false che sono state fatte affinché la Searle potesse sfruttare questa gallina dalle uova d'oro ve ne dà un idea: per gli approfondimenti vi rimando al libro, che, ribadisco, consiglio vivamente di leggere.

Poi, alla fine, ognuno è libero di ingurgitare quel che crede, quello che però mi manda in bestia è che si utilizzi così sfacciatamente a sproposito la parola "natura". Perché? perché è trendy? perché dà una parvenza di "sicurezza alimentare"? Come si può definire naturale un prodotto totalmente sintetizzato in laboratorio e per di più utilizzato come sostituto di un prodotto, quello sì naturale, come lo zucchero (certo quello bianco subisce così tanti trattamenti che della sua origine naturale gli resta una vaga memoria, ma di sicuro non è l'aspartame quello che esiste in natura!)?
Accanto alla rabbia mi è infine salita un po' di tristezza, perché per avere la spudoratezza di piazzare dei fiorellini e la scritta natura in festa su una confezione di edulcorante sintetico vuol dire che si conta parecchio sull'ignoranza alimentare dei consumatori, e se ci si conta così tanto vuol dire che, in effetti, ce n'è.

Commenti

  1. Conoscevo bene la storia dei dolcificanti ... una zozzeria!

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo mi consola Moz caro, vista la tua predilezione per il junk food: almeno ti fai male con consapevolezza :)

      Elimina
    2. Ahah, in realtà... non è che prediligo il junk food, anzi! Io amo mangiare e mangiare bene, da vero italiano quale sono.
      Però ogni tanto mi lascio incantare (specie per replicare a casa) dal mondo plasticoso :)

      Moz-

      Elimina
    3. Eh d'altra parte dalle tue parti non manca il cibo buono (che poi dov'è che manca in Italia il cibo buono?!)...

      Elimina
  2. Eh, sì, la parola "naturale" si usa dappertutto a sproposito, spesso per vendere le peggiori schifezze!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, non sia mai che poi le persone "si fissano" per i cibi naturali e smettono di comprare schifezze, chiamiamo naturali le schifezze e il problema è risolto!

      Elimina
  3. ormai la società sputa prodotti di ogni genere e noi a far da cavie....tra qualche gg troverai sul blog un post su una crema speciale...io sono rimasta inorridita, son certa ti interesserà, se hai modo passa
    grazie per i tuoi post sempre interessanti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Soprattutto per i medicinali, poi, siamo le cavie predilette, basti pensare a tutti i farmaci ritirati dal mercato dopo qualche anno di commercializzazione... Attendo i tuoi aggiornamenti allora!

      Elimina
  4. che roba da matti...
    ma mi fai sentire in colpa per aver messo naturale nel nome del mio blog....
    =)

    ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma che dici :) Se non ha il diritto di chiamarsi naturale il blog di una persona che, ad esempio, non solo usa pannolini lavabili per i propri figli, ma se li cuce addirittura da sola, chi lo ha? Il nome del tuo blog è molto evocativo, a me è sempre piaciuto, e decisamente non l'ho mai trovato inopportuno!
      bacibaci

      Elimina
  5. Più che altro mi sembra una grande presa in giro nei confronti del consumatore disinformato.
    Oltre alla qualità, è andata a farsi benedire anche la coerenza...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mah, nel prendere in giro i consumatori pur di guadagnare miliardi, c'è da dire che certe multinazinali sono sempre state coerenti...

      Elimina
  6. Hai detto bene, si conta parecchio sull'ignoranza del consumatore e questa cosa è triste. Il consumatore è anche normale che sia ignorante, perché secondo me non è possibile essere perfettamente ed approfonditamente informati su tutto. La cosa triste è che si permettano questi "giochi" abominevoli per pubblicizzare e commercializzare un prodotto.
    Più che triste è veramente SCANDALOSA!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto Lallabel, è normale che il consumatore non possa sapere tutto, soprattutto quando è bersagliato da informazioni e controinformazioni. Approfittarne è un azione davvero becera, ma se ci pensi, è il capitalismo baby. Si venderebbero la madre pur di guadagnare, figuriamoci parlare di rispetto del prossimo...

      Elimina
  7. Ma davvero, anch'io mi inquieto proprio quando vedo questo uso immotivato di parole tipo "eco", "bio", "naturale"... eppure in quanti ci cascano... :-(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, per non parlare poi del cosiddetto "impero del biologico", meriterebbe un discorso a parte...

      Elimina
  8. AVVISO!

    Cri, ti ricordo che appena dopo la mezzanotte sarà online il gioco finale del MozConcorso!^^

    Moz-

    RispondiElimina
  9. Cri, post centrato come sempre... conosco anch'io la porcheria dei dolcificanti e gli interessi pazzeschi che girano attorno all'aspartame e a tutti i suoi derivati, a discapito dell'ambiente ma soprattutto della salute, soprattutto dei più giovani che spesso sono inconsapevoli....
    Un bacione!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tanta consapevolezza mi consola, cara Valentina, grazie di essere passata :)

      Elimina
  10. A me, appena ho cominciato a leggerti, è venuta in mente "Guerra umanitaria" altra contraddizione in termini insopportabile ... poi ho letto i nomi che ci sono dietro, e in effetti sono gli stessi... direi che gli uomini si fanno giocare da immagini e frasi ad effetto, e più sono senza cultura e soldi, più facilmente vengono infinocchiati. Per questo dobbiamo agire di conseguenza, smascherando certi giochini. Non è facile, ma importante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mai osservazione fu più opportuna, caro Alli! È proprio come dici tu, cambiano le parole ma gli intenti sono gli stessi, edulcorare (appunto!) le loro manovre infime. È vero che non è facile smascherare certi giochini, ma secondo me basta un po' di allenamento, e ovviamente la volontà di non bersi tutte le loro belle parole..

      Elimina
  11. ..perchè c'è tanta ignoranza, perchè l'industria farmaceutica è una delle poche a cui non devono MAI mancare clienti, insieme all'edilizia deve propsperare SEMPRE! ecco il mio pensiero... Lo zucchero fa male alla salute, ma questi dilcificanti chimici alla fine sono tossici, be'..hai detto tutto nel tuo post... Insomma andiamo oltre alle etichette che dovrebbero tranquilizzarci e non spengiamo MAI il cervello!
    Grazie per questo post e...
    Mi sa che all'Arezzo wave dove hai visto Nick Cave c'ero anch'io...
    Era il 2001, no?! iero ero davanti a Blixa!!
    baci

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahah! Sì, era proprio il 2001, che gran concerto!!! E quanto tempo fa...
      Grazie per il tuo commento Serena, davvero mi consola sapere che c'è anche gente sveglia come te :)

      Elimina

Posta un commento

Grazie per essere passato a dire la tua :)

Post popolari in questo blog

I semi di glicine: una bomba di felicità!

Torta di mele senza latte e senza uova

Polpettine vegane di quinoa e zucchine