L'acqua di tutti e di qualcuno
Stamattina ho voglia di parlare di un argomento che qualcuno considererà trito e ritrito: l'acqua in bottiglia.
Ma facciamo che non mi dilungherò sui dati (decisamente preoccupanti) e vi racconterò una cosa che mi è successa qualche tempo fa e che mi ha fatto prendere una volta per tutte la decisione di non bere più per nessun motivo (almeno a casa mia) l'acqua imbottigliata.
Come dicevo, i dati sono preoccupanti. Preoccupante è innanzitutto la logica che sta alla base dell'imbottigliamento dell'acqua: come si è potuti finire a far sì che alcuni soggetti (nello specifico multinazionali, mica mia zia) si siano appropriati di un bene pubblico? è un discorso che può valere per qualsiasi altro tipo di prodotto, perchè qualsiasi altro tipo di prodotto viene coltivato, o fabbricato, o elaborato, ma l'acqua è lì, sgorga dalla sorgente, come si può arrivare a che qualcuno se ne appropri e ce la rivenda? Non è surreale? Allora si potrà davvero finire per vendere l'aria, anche se ora ci pare assurdo, ci saranno pubblicità che ci convinceranno che la bombola d'aria di quella marca è ciò che fa al caso nostro. Non è una provocazione, è reale preoccupazione, stanti così le cose ora. E poi, è un discorso che potrebbe stare in piedi in Paesi come l'India, dove la potabilità dell'acqua è roba da ricchi, non in Italia, dove godiamo di riserve idriche di ottima qualità.
E poi c'è il discorso della plastica. L'industria dell'acqua in bottiglia utilizza circa un milione e mezzo di barili di greggio ogni anno solo per produrre bottiglie che ci metteranno migliaia di anni a biodegradarsi. Senza calcolare quello impiegato per il trasporto delle suddette bottiglie.
E chi sono i soggetti di questa grottesca, triste e surreale situazione a cui siamo arrivati? Io ne identifico tre. Il primo soggetto è costituito dalle già citate multinazionali che hanno fiutato l'affare del cosiddetto oro blu; il secondo è rappresentato dai governi compiacenti, i quali non hanno alcun interesse a investire nelle bonifiche delle riserve idriche e soprattutto badano esclusivamente al Pil, e l'industria dell'acqua in bottiglia lo alza di molto; il terzo soggetto è costituito dai consumatori, che, rimbambiti dalla pubblicità, sprecano soldi e fatica a portare a casa l'acqua di una marca piuttosto che di quell'altra.
Ora, io devo fare un mea culpa, e per farlo devo partire dalle mie origini, o meglio da quelle dei miei genitori, che sono originari del paesino in cui sorge e si imbottiglia una delle acque frizzanti più famose d'Italia. Mio nonno lavorava per questa azienda e ci riforniva sistematicamente di acqua effervescente naturale, raccolta in damigiane direttamente alla fonte: ve lo posso giurare, era frizzante come quella in commercio, anzi, leggermente di più. Prima che bonificassero veniva fuori acqua frizzante anche dai rubinetti delle case, so che sembra incredibile ma credetemi, se volete ve lo faccio raccontare da mia nonna. Insomma, fatto sta che io sono cresciuta bevendo acqua minerale effervescente naturale, a costo e chilometro zero. Questo ha fatto sì che l'acqua naturale non mi dissetasse mai del tutto. Poi mi sono sforzata di cambiare le mie abitudini e ora vado tranquillamente di acqua di rubinetto. Però. Ci sono quei tipi di sete, dovuti all'aver mangiato del cibo troppo salato, alla digestione lenta, a un bicchiere di troppo la sera prima, che solo le bollicine riescono a placare. Ecco il mio mea culpa: fino a qualche tempo fa tenevo in casa qualche bottiglia della (non) suddetta marca per questo tipo di emergenze. Ma un giorno, aprendo la bottiglia, l'ho trovata completamente sgasata. Com'è possibile? Era sigillata. Allora ho iniziato a pensare a cosa aveva dovuto passare quella bottiglia per finire così, al viaggio, al caldo, a soste al sole dentro quell'involucro di plastica, e mi è venuto un senso di schifo. Che è riuscito a mettere fine al mio rapporto con l'acqua gasata, sostituita da acqua semplice aromatizzata con limone, salvia o menta. Forse più avanti mi informerò meglio sui gasatori, in ogni caso viva "l'acqua del sindaco"!
Ma facciamo che non mi dilungherò sui dati (decisamente preoccupanti) e vi racconterò una cosa che mi è successa qualche tempo fa e che mi ha fatto prendere una volta per tutte la decisione di non bere più per nessun motivo (almeno a casa mia) l'acqua imbottigliata.
Come dicevo, i dati sono preoccupanti. Preoccupante è innanzitutto la logica che sta alla base dell'imbottigliamento dell'acqua: come si è potuti finire a far sì che alcuni soggetti (nello specifico multinazionali, mica mia zia) si siano appropriati di un bene pubblico? è un discorso che può valere per qualsiasi altro tipo di prodotto, perchè qualsiasi altro tipo di prodotto viene coltivato, o fabbricato, o elaborato, ma l'acqua è lì, sgorga dalla sorgente, come si può arrivare a che qualcuno se ne appropri e ce la rivenda? Non è surreale? Allora si potrà davvero finire per vendere l'aria, anche se ora ci pare assurdo, ci saranno pubblicità che ci convinceranno che la bombola d'aria di quella marca è ciò che fa al caso nostro. Non è una provocazione, è reale preoccupazione, stanti così le cose ora. E poi, è un discorso che potrebbe stare in piedi in Paesi come l'India, dove la potabilità dell'acqua è roba da ricchi, non in Italia, dove godiamo di riserve idriche di ottima qualità.
E poi c'è il discorso della plastica. L'industria dell'acqua in bottiglia utilizza circa un milione e mezzo di barili di greggio ogni anno solo per produrre bottiglie che ci metteranno migliaia di anni a biodegradarsi. Senza calcolare quello impiegato per il trasporto delle suddette bottiglie.
E chi sono i soggetti di questa grottesca, triste e surreale situazione a cui siamo arrivati? Io ne identifico tre. Il primo soggetto è costituito dalle già citate multinazionali che hanno fiutato l'affare del cosiddetto oro blu; il secondo è rappresentato dai governi compiacenti, i quali non hanno alcun interesse a investire nelle bonifiche delle riserve idriche e soprattutto badano esclusivamente al Pil, e l'industria dell'acqua in bottiglia lo alza di molto; il terzo soggetto è costituito dai consumatori, che, rimbambiti dalla pubblicità, sprecano soldi e fatica a portare a casa l'acqua di una marca piuttosto che di quell'altra.
Ora, io devo fare un mea culpa, e per farlo devo partire dalle mie origini, o meglio da quelle dei miei genitori, che sono originari del paesino in cui sorge e si imbottiglia una delle acque frizzanti più famose d'Italia. Mio nonno lavorava per questa azienda e ci riforniva sistematicamente di acqua effervescente naturale, raccolta in damigiane direttamente alla fonte: ve lo posso giurare, era frizzante come quella in commercio, anzi, leggermente di più. Prima che bonificassero veniva fuori acqua frizzante anche dai rubinetti delle case, so che sembra incredibile ma credetemi, se volete ve lo faccio raccontare da mia nonna. Insomma, fatto sta che io sono cresciuta bevendo acqua minerale effervescente naturale, a costo e chilometro zero. Questo ha fatto sì che l'acqua naturale non mi dissetasse mai del tutto. Poi mi sono sforzata di cambiare le mie abitudini e ora vado tranquillamente di acqua di rubinetto. Però. Ci sono quei tipi di sete, dovuti all'aver mangiato del cibo troppo salato, alla digestione lenta, a un bicchiere di troppo la sera prima, che solo le bollicine riescono a placare. Ecco il mio mea culpa: fino a qualche tempo fa tenevo in casa qualche bottiglia della (non) suddetta marca per questo tipo di emergenze. Ma un giorno, aprendo la bottiglia, l'ho trovata completamente sgasata. Com'è possibile? Era sigillata. Allora ho iniziato a pensare a cosa aveva dovuto passare quella bottiglia per finire così, al viaggio, al caldo, a soste al sole dentro quell'involucro di plastica, e mi è venuto un senso di schifo. Che è riuscito a mettere fine al mio rapporto con l'acqua gasata, sostituita da acqua semplice aromatizzata con limone, salvia o menta. Forse più avanti mi informerò meglio sui gasatori, in ogni caso viva "l'acqua del sindaco"!
Nelle case dell'acqua che sono state allestite in molti comuni, l'acqua del sindaco (ma forse sarebbe meglio dire "l'acqua di tutti") è anche gassata per chi, come te, si disseta solo con le bollicine. Per me, è l'esatto contrario :)
RispondiEliminaOttimo post. Argomento cruciale davvero. E quando penso alle star che pubblicizzano l'acqua in bottiglia, miss e calciatori, ma anche personaggi "apparentemente" più impegnati, mi viene una rabbia... Sicuramente conoscerai l'ottimo video "The Story of bottled Water" di Annie Leonard reperibile in rete: visione molto istruttiva!
Ciao!
Avevo sentito che in un paesino toscano c'era una sorta di gasatore pubblico, e l'acqua gasata costa 5 cents al litro, per sostenere il costo della manutenzione, però non avevo trovato documentazione in rete, probabilmente si tratta proprio di queste case dell'acqua di cui parli tu, grazie per l'illuminazione!
RispondiEliminaSì, conosco i video di Annie Leonard, è molto interessante sì.
Ciao e buona domenica
Bellissimo post, argomento arduo. Condivido pienamente tutto quello che hai scritto. Tu sei fortunata ad avere acqua potabile dal rubinetto di casa e chi questo non ce l'ha? Chi non può permettersi il lusso di aprire il rubinetto e bere un bel bicchiere direttamente fresco? io sconosco questa sensazione...e ahimè sono costretta all'acqua in bottiglia e al suo "viaggio" prima di finire al supermercato! :(
RispondiEliminaTemevo un commento del genere Corinne, ci ho pensato perchè anche io tempo fa vivevo in una zona in cui l'acqua era piena di cloro, però credo che, a seconda del motivo per cui l'acqua non è buona si possa trovare una soluzione. Ad esempio il cloro si deposita sul fondo se si riempie una brocca d'acqua e la si lascia scoperta per qualche decina di minuti. Oppure ci sono i depuratori casalinghi, potresti provare a informarti, per quanto possano costare ammortizzeresti comunque il costo alla lunga. Sulle brocche filtranti ho sentito pareri molto discordanti e non mi sentirei di raccomandarle. La questione è che il problema sta a monte, spetta alle amministrazioni locali rendere potabile l'acqua che sgorga dai nostri rubinetti, ciononostante odio stare con le mani in mano e delegare responsabilità e soluzioni. E, a proposito di soluzioni, ti auguro di trovarla e di poter presto riempirti un bel bicchiere da una brocca :)
Eliminabellissimo post, ma purtroppo devo accodarmi a Corinne. Vivo a Ferrara, percentuali di diossina da paura... nonostante le smentite ufficiali, abbiamo i dati del Comitato No-turbogas che si avvalse di perizie geologiche... niente acqua del sindaco, dunque, vado dietro al residuo fisso più basso...
RispondiEliminaMi dispiace, spero tanto che qualcosa cambi dalle vostre parti, è quasi da considerarsi un sopruso non rendere potabile l'acqua pubblica da parte delle amministrazioni comunali.
EliminaAuguri di cuore!
Questo dell'acqua in bottiglia e' un argomento che mi tocca da vicino. Mi sto impegnando a smettere di usarla, mi sento in colpa per tutte le bottiglie che vengono utilizzate, e il fatto che le porti al riciclo non mi fa poi stare mica tanto meglio. Sto cercando un "depuratore" casalingo che mi soddisfi. Qui l'acqua in vendita, oltre a quelle importate dell'estero, e' di due tipi, quella di fonte o addirittura di rubinetto, che secondo me viene comprata solo perche' cosi' non si va in giro col bicchiere (rubinetto per rubinetto mi berrei la mia), e quella depurata. Quella depurata e' semplicemente acqua di rubinetto, nel caso di una famosa marca pare provenga dall'acquedotto di Detroit (citta' non certo famosa per la sua aria salubre)e poi subisca questo trattamento di osmosi riversa, che non so cosa sia ma suona scientifico e di conseguenza per tante persone, rassicurante. Questo fenomeno dell'acqua in bottiglia qui e' relativamente recente, prima si andava solo di acqua del rubinetto, e indovina un po'? Una delle marche di acque piu' spinte sul mercato e' quella della Nestle'. Coincidenza?
RispondiEliminaL'acqua di rubinetto imbottigliata è davvero un paradosso, e rende l'idea di quello che volevo intendere con questo post. Non mi stupisce che dove si beveva acqua del rubinetto ora si beva acqua Nestlè (il potere della pubblicità è inquietantemente infinito!).
RispondiEliminaBuona ricerca per il depuratore ;)
sono completamente d'accordo con te! Anche a casa nostra, da sempre, si beve l'acqua del sindaco. E se c'è una cosa che il mio sindaco fa bene, non ci possiamo lamentare troppo di lui, è proprio mandarci a casa periodicamente un depliant informativo sull'acqua del rubinetto. In questo depliant oltre a spiegarci i problemi connessi all'acqua in bottiglia ci assicura che possiamo bere quella del rubinetto, che è sana, aiuta l'ambiente e le nostre tasche! Bisognerebbe che lo facessero più comuni perchè sento sempre persone che hanno "paura" che l'acqua del rubinetto non vada bene e quindi vai di bottiglie...
RispondiEliminaOh che gioia leggere il tuo commento, finalmente una bella notizia! Trovo molto bello e utile quello che fa la vostra giunta comunale, hai ragione dovrebbero farlo anche gli altri, anche perchè, come ho già detto, secondo me le amministrazioni locali hanno gran parte della responsabilità in questa faccenda, come il tuo caso dimostra.
EliminaGrazie per il tuo commento, mi ha tirato su il morale :)
In alcuni comuni dalle mie parti esce ancora acqua frizzante dal rubinetto...
RispondiEliminaMa dai!!! Dove abiti? Sono curiosa, io oltre che al paesino dei miei nonni non ho mai visto una roba del genere, e tante erano le persone che infatti non mi credevano...
Elimina