Consigli per gli acquisti: Sfruttazero, il pomodoro etico


La scorsa settimana, in uno dei centri sociali in cui si svolge il il mercato di Campi aperti, c'era un incontro/discussione a cui avrei partecipato volentieri se non l'avessi saputo il giorno dopo... Ci sono rimasta molto male, anche perchè io di questa faccenda, di questo progetto di cui si sarebbe parlato durante la serata, avevo letto tempo fa e mi ero pure messa la pagina dell'articolo nei segnalibri: sarebbe stato estremamente interessante conoscere dal vivo queste persone. 
Scusate, vi starete chiedendo di cosa sto parlando.
Sto parlando del progetto Netzanet, ossia di persone che hanno deciso di opporsi alla squallida logica del caporalato che sfrutta il lavoro soprattutto di immigrati, i quali, in quanto a potere contrattuale, sono a zero e in quanto ad alternative non ne parliamo neanche. Hanno deciso anche che la disoccupazione non si combatte semplicemente aspettando che qualcuno, nella stragrande maggioranza dei casi, decida di sfruttare il lavoro di qualcun altro in cambio di una paga minima. Il video qui sotto illustra il loro progetto di crowdfunding.



Insomma ci sono Giuseppe, un neolaureato pugliese che, mentre continua a fare concorsi, invece di stare con le mani in mano coltiva la terra, e Abdul che, dopo anni di sfruttamento, è riuscito a ribellarsi e a conquistare un po' di terreno da coltivare in Basilicata. E c'è l'ex liceo Socrate di Bari, dove vivono famiglie di immigrati e di disoccupati. Che si fa? Si prendono i pomodori di Giuseppe e di Abdul, si usano i locali del liceo, si usano bottiglie di vetro riciclate, ci si rimbocca le maniche tra immigrati e disoccupati italiani e si produce della salsa di pomodoro biologica a filiera etica. Salsa di pomodoro che viene poi venduta esclusivamente tramite canali altrettanto etici, come mercatini del circuito di Genuino clandestino o Gruppi di Acquisto Solidale. 
Come raccontano i diretti interessati, la raccolta e trasformazione dei pomodori è un simbolo molto forte dello sfruttamento del lavoro in Puglia, e fino a oggi le istituzioni hanno fatto ben poco, se non interventi di facciata, per combattere il sistema del caporalato: ecco perchè hanno ritenuto importante produrre proprio salsa di pomodoro e non qualsiasi altra cosa. 
Perchè è salsa di pomodoro che si differenzia nettamente da quella che si compra per due spiccioli al supermercato, perchè profuma di onestà dove l'altra puzza di menzogna, profuma di lavoro pagato equamente e non puzza di sfruttamento, perchè i soldi che costa li vale tutti e non c'è nessuno che ha pagato al posto nostro per quei due soldi che risparmiamo comprando la salsa di pomodoro della grande distribuzione. Perchè non mi stancherò mai di dirlo: non c'è niente di cui esser contenti se si trova una lattina di pomodori a meno di un euro o un paio di mutande a tre euro, se ci si riflette si intuisce che con quei soldi ci si paga a stento la materia prima. Allora vuol dire che chi vende ha per forza risparmiato da qualche parte, perchè la grande distribuzione non è costituita da benefattori, anche quando si chiama coop e vuol farti credere che sta dalla tua parte, è costituita da imprenditori, da manager che sono tenuti a fare esclusivamente gli interessi dell'azienda, per i quali la forza lavoro è una voce del budget tanto quanto la materia prima o la logistica e se qualunque di queste voci può arrivare ad avere un costo minore il manager ha fatto bene il proprio lavoro. Che importa se poi una persona dietro quella voce "forza lavoro" (ma forse "risorse umane" è più chic e fa meno vecchio comunista) il proprio lavoro lo ha fatto ancora meglio, la sua micropaga non cambia, tanto non è certo nella posizione di poter rivendicare alcunché, e ringrazi di avere qualcuno che lo sfrutta gli dà da lavorare. Viva il progetto Netzanet, viva chi non si lamenta sterilmente ma si rimbocca le maniche per migliorare la propria vita migliorando anche il mondo, viva la collaborazione tra disoccupati italiani e immigrati, quelle due categorie che i nostri beceri politicanti cercano di mettere l'una contro l'altra perchè si sa, mentre i poveri sono impegnati a far la guerra tra di loro non si accorgono di come il re stia conducendo la guerra contro entrambi.



fonti

Commenti

  1. Bellissimo progetto!!!! Non lo conoscevo!
    Davvero ammirevole questa collaborazione tra italiani ed immigrati.... evviva chi prende l'iniziativa e prova a crearsi da solo un lavoro, nel rispetto delle persone e del Pianeta! Anche il riutilizzo delle bottiglie di birra usate è una grande idea....
    Insomma un progetto etico dall'inizio alla fine....complimenti davvero a chi lo ha pensato e messo in pratica!!!!
    E grazie a te per averne parlato e averci fatto conoscere questa bella iniziativa che restituisce fiducia e fa sperare che un mondo diverso è possibile :-)
    Buonanotte
    Serena

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    Risposte
    1. Sì infatti, sapere di queste storie dà fiducia nel mondo, nel prossimo, nelle proprie capacità e nel fatto che se un padrone ti sfrutta o un padrone nemmeno ce l'hai, ti rimbocchi le maniche e ti inventi il tuo lavoro! E ti arricchisci infinitamente di più, se per arricchimento non si intende semplicemente denaro..

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  2. Sei un mito Cri, trovi sempre cose bellissime! Uhm, chissà se si organizzeranno anche per ordini online? Un po' difficile per ora, mi sa, ma speriamo che crescano!

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  3. e bravi loro e brava tu che ce l'hai fatto conoscere

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  4. E' bella questa notizia Cri! Soprattutto in questi giorni terribili, io sono ancora più giù di corda dopo l'approvazione del TTIP...

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