Di librerie e altri lavori
Credo che uno degli aspetti positivi della crisi economica (no, non è una contraddizione, sono convinta che dalle crisi, almeno quelle reali, non quelle che sono diventate una cantilena per giustificare licenziamenti, tagli e aumenti di prezzi, nasca sempre qualcosa di positivo) sia il fatto che le persone si sono aperte un po' di più agli altri, che in certi contesti ci si sia un po' distaccati da quell'individualismo che non trova connessioni tra sé e gli altri se non semplicemente perchè uno compra e l'altro vende. Sono sorte situazioni in cui qualcuno ha detto "da solo non ce la faccio, però magari se proviamo insieme...". Ecco, su questa base e molto per gioco e senza l'idea di arrivare davvero dove è arrivata, è nata a Napoli Io ci sto, la "libreria di tutti".
Tutto è cominciato con un post su Facebook, che poi ha dato vita a un gruppo, che poi è diventato un gruppo reale e non solo virtuale, che ha fatto venir voglia a un numero sempre maggiore di persone di metterci energie, competenze, soldi, che si sono trasformati in una libreria vera, al Vomero, Napoli. E pare (ho i miei contatti in quel di Napoli) che sia anche un gran bel posto! Che ovviamente non vedo l'ora di visitare. Ecco a me queste cose scaldano il cuore. Non solo perchè credo che cooperare sia il modo migliore di fare le cose, ma anche perchè nessuna di tutte queste persone si sarebbe sognata di aprire una libreria: con la crisi che c'è, aprire un negozio è un rischio, aprire una libreria un suicidio. E invece la libreria è là, bella, reale, accogliente e, sono sicura, piena di energia positiva! Io, per ora, seguo le vicende su fb, ma ho intenzione di associarmi a Io ci sto, mi piace pensare che dentro questa meraviglia ci sia anche un piccola parte di me.
E a proposito di libri...Ieri è finito il mio tour de force estivo. Volete la verità? Ne sono felice. "Beh perchè sarai stanca" direte voi. Non mi ha mai spaventato la stanchezza in realtà, e non si sente la stanchezza se si fa qualcosa che si ama, e questa non è una novità. Il discorso è un po' più complesso. Il punto è forse semplicemente che non so se ho ancora voglia di lavorare alle regole di qualcun altro, di mettere la faccia su procedure che non condivido assolutamente, di sottostare ai capricci di chi si può permettere di fare i capricci, di rispettare gerarchie istituzionalizzate ma soprattutto gerarchie non dette, e ancora più soprattutto, di vedere persone che lo fanno come se fosse la cosa più normale del mondo, stando zitti, sotto. Non so se ho voglia di fare cose insensate solo perchè lo dice qualcun altro che è nella posizione di farlo. Quando, qualche anno fa, tra tagli all'università, contratti scaduti e quant'altro, ci siamo ritrovati con meno della metà dei soldi che guadagnavamo prima e gli annunci di lavoro si rivelavano nuvole di vapore, prospettando l'ipotesi di cercare una casa più piccola e sicuramente più brutta (per un affitto non di molto inferiore), ci è venuto in mente che forse potevamo invece sfruttare e valorizzare quella che abbiamo e che amiamo. L'esperienza fatta con Airbnb, come ho già detto altrove, meriterebbe un post a parte. Col consenso di una comprensivissima proprietaria di casa ci siamo imbarcati in quest'avventura dell'ospitalità. Un'avventura che, non solo ci ha permesso di continuare a pagare l'affitto, ma che ci ha arricchiti come nessuno stipendio potrebbe mai. Abbiamo conosciuto persone fantastiche, persone che abbiamo rivisto più volte annoverandoli ormai tra gli amici e persone che ci aspettano dall'altra parte del mondo e che ogni tanto ci scrivono per sapere come stiamo e quando andiamo. Abbiamo ospitato una coppia di sessantacinquenni australiani che da quando sono in pensione girano il mondo in bicicletta e ragazze tedesche arrivate a Bologna solo per percorrere il Sentiero degli Dei fino a Firenze. Abbiamo condiviso colazioni e bottiglie di vino, abbiamo mangiato pane nero preparato per noi in Russia con lievito madre. Perchè è così, alcuni li ospiti, sei accogliente e gentile, con altri scatta qualcosa. Abbiamo ricevuto così tanto che i soldi sono stati l'aspetto meno importante di tutta la faccenda.
Insomma, da lì abbiamo pensato di farne un lavoro, o qualcosa del genere. Poi si è tutto un po' arenato con il mio ritorno in libreria. E poi si è prospettata per me l'ipotesi di un contratto vero, la fine del mio ruolo di "jolly", un ritorno in libreria un po' più stabile e concreto. E sai, sarebbe il mio lavoro, l'avevo riconosciuta come la mia strada dopo essermici imbattuta per caso scappando da quella, decisamente sbagliata, dell'assistente sociale. Però sono fiera anche delle competenze che ci siamo costruiti con le nostre mani, del lavoro che ci siamo inventati piuttosto che piangere e disperarci; dell'accogliere persone e preparare cose buone per loro; mi piace pensare che ciò che faccio nel mio lavoro lo decido io e non qualcun altro, che la responsabilità, nel bene e nel male, è soltanto mia. E poi, il nuovo contratto sarebbe in un'altra città, ma tanto è da un po' che favoleggiamo di andar via da Bologna; e anche ospitare, non sarebbe più bello al mare? Non lo so. Nelle prossime settimane dovrei saperne di più, e su queste basi dovremo prendere delle decisioni, e pensavamo di andare via una settimana e riflettere in pace. Peccato che in tempi non sospetti mi ero presa in carico un lavoro dalla casa editrice che va in consegna tra 20 giorni e che io ho appena appena iniziato.
Suppongo quindi che la mia latitanza si prolungherà ulteriormente, anche se ho la barra dei segnalibri ingolfata di pagine-promemoria su notizie e articoli che voglio condividere, ho qualche autoproduzione che ormai sta andando fuori stagione (apprezzerete il mio doposole naturale anche a novembre?), ho foto nel cellulare di ricette buone e sane che voglio pubblicare. Ho voglia di tornare un po' più "sul pezzo", di riprendere in mano il blog e tenermi costantemente aggiornata su quelli che seguo, invece ho la sensazione che il blog lo sto semplicemente tenendo in vita e degli altri blog mi faccio scorpacciate di lettura appena ho un po' di tempo. Ma semplicemente in questo periodo ne ho decisamente già troppe. Tornerò con i ritmi di un tempo, ne sono certa, ne ho voglia, intanto perdonate lo sfogo personale, che poi volendo si potrebbe trasformare in un "voi al posto mio cosa fareste?"
speriamo... io in giro vedo ancora troppo individualismo, l'IO ha ormai sostituito il NOI quindi se ci sono iniziative che pensano al collettivo ben vengano..
RispondiEliminaEsatto! Io nel NOI non ho mai smesso di credere
Eliminasperiamo,bella iniziativa:
RispondiEliminaintanto al posto tuo mi ricaverei lo spazio per pensare perché son decisioni toste, poi è vero che ospitare al mare e viverci è tutta un'altra cosa ma una città d'arte come Bologna ospita tutto l'anno mentre al mare si ospita solo d'estate, e poi ti aspettiamo, pensa, aspetto perfino il doposole a novembre e perfino quest'anno che di sole proprio non ne ho visto :)
RispondiEliminasì a Bologna in effetti, tra turismo, fiere e università lavoriamo tutto l'anno, non so ci sono ancora troppe incognite e quello spazio di cui parli sto cercando di ricavarmelo perchè è fondamentale! E grazie per le tue parole, tornerei a scrivere se anche ci fossi soltanto tu a leggermi :-)
Eliminache responsabilità :D
EliminaCara Cri, al posto tuo sarei in difficoltà come te. Mi viene da dirti che puoi sempre lasciare un lavoro se ad un certo punto decidi, mentre trovarlo non è proprio la stessa cosa, per cui forse il lavoro intanto lo prenderei, tenendomi aperta la possibilità di cambiare quando dovessi decidere di farlo. Però quanto hai ragione sull'indipendenza e la responsabilità personale, e sul non dover rendere conto a nessuno di ciò che fai! E fai bene ad essere orgogliosa del lavoro che vi siete inventati, e la cui qualità ho potuto sperimentare di persona, ricordi? :) Dunque, non saprei proprio che dirti, perché entrambi i "corni del dilemma" hanno le loro ragioni. In questi giorni che sto sperimentando la difficoltà del lavorare "sotto padrone", metaforicamente parlando, e alcune delle follie del lavoro che faccio, non posso fare a meno di ricordarmi di quando ho avuto dopo tanti anni di precariato il contratto a tempo indeterminato. Ebbene, mi è preso un colpo, non ci crederai!
RispondiEliminaBellissima la storia della libreria di tutti! La condivido subito!
Per ora un grande abbraccio, e in caso, invece che a Bologna, ci vedremo da qualche altra parte al mare, no? Paola
Paola ospitare voi rientra nelle emozioni belle che questo lavoro mi ha regalato :)
EliminaPer il resto condivido quel che dici, la parte saggia e razionale (insomma quel mio padre interiorizzato...) mi dice di prendere il lavoro, ma questo potrebbe voler dire rinunciare a un'opportunità di avere un vero e prorpio b&b che non so se ricapiterà... Non so, fondamentalmente ho bisogno di aspettare maggiori informazioni e soprattutto prendermi, anzi prenderci, tempo e modo per riflettere. Chissà dove ci rivedremo, l'importante è rivedersi!
Bella anche la nuova citazione! E cosa farei non lo so, però mi piace tanto il tuo modo di affrontare le cose, con spirito positivo e apertura al nuovo. Non può che uscirne qualcosa di buono!
RispondiEliminaGrazie Silvia cara! Quel libro è ormai diventato il mio nuovo must da regalare ai bimbi (leggi "ai genitori dei") appena nati :-)
EliminaBellissimo il progetto libreria di Napoli, come sai anch'io appena posso sostengo questo genere di cose. Sul cosa fare, secondo me tu hai già la risposta, io seguirei il cuore, perchè è quello che nella mia vita ho fatto, mollando lavori più remunerativi che però non mi lasciavano il tempo per fare quello che desideravo e perchè perseguivo uno stile di vita diverso... Un abbraccio!
RispondiEliminaSì, lo stile di vita mi condiziona molto e sarebbe sicuramente più sano autogestendo il proprio lavoro... Non so, per forza di cose sono in attesa di nuovi elementi, ma questo serve anche a far "decantare" un po' le cose e cercare di vederle meglio. Grazie per l'appoggio e per l'abbraccio Daria cara!
EliminaIn questo interminabile periodo di crisi il progetto di Napoli è un inno alla positività.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il da farsi credo che la cosa migliore sia scegliere ciò che ci fa star bene, o ciò che ci fa star meglio e questo è possibile, (molti non hanno nessuna possibilità di scelta) tenendo anche conto delle necessità senza chiedere troppo. A volte consideriamo 'necessità' ciò che invece è decisamente 'superfluo'.
Te lo dice una che da qualche anno ho cambiato decisamente la propria vita. Ho scelto (perchè ho potuto) di dedicarmi a ciò che mi fa star bene. Le entrate economiche sono notevolmente diminuite ma oggi mi sento meglio, forse è meglio dire più libera.... relativamente più libera, totalmente non possiamo mai esserlo e forse non lo vorremmo neppure.
Un caro saluto
Figurati, io non sono certo una che ha bisogno di gran quantità di soldi, nè che pone il denaro come criterio di scelta, l'importante sarebbe avere quelli che servono: in quanto a extra, mi basterebbe avere la possibilità di fare un viaggetto una volta l'anno!
EliminaCara Cristiana,
RispondiEliminavoglio augurarti di trovare la tua strada!
non posso dirti cosa farei al tuo posto perché in realtà non ci conosciamo molto...
ma condivido appieno il tuo desiderio di fare le tue scelte in autonomia e vivere la tua vita con fiera indipendenza (scusa non sono parole ricercate, scrivo un po' di fretta, ma conosco la sensazione di dover sottostare e vivere così per sempre è molto triste!)
un abbraccio!
ciao
Ci conosciamo poco ma hai capito perfettamente il mio stato :)
Eliminaun abbraccio a te!
Vorrei che tutto questo, gli effetti benefici della crisi, fossero possibili anche qui a Pescia, città che sta alla Toscana come Napoli sta all'Italia... ma ultimamente sono molto scoraggiata, qui si parla, si parla ma poi non si realizza nulla, anzi no... tra qualche giorno casaPound organizza una bella manifestazione contro i pochi rifugiati che sono qui... e io inizio già a provare una voragine di vergogna dentro di me..
RispondiEliminaNon saprei cosa consigliarti, ti invidio le belle esperienze fatte e la serenità ... sulla crisi vero è che potrebbe essere un modo per constringere a ripensare il mondo, ma sono molto pessimista in proposito (io che sono ottimista di natura)
RispondiEliminaAllora torna in te, Alli!
EliminaSi potrebbe cambiare veramente il mondo partendo dal basso.
RispondiEliminaSaluti a presto
Cambiare il mondo partendo da noi stessi. Avanti!
RispondiEliminaEsatto!
EliminaHo fatto l'esperienza di B&B per 4 anni dieci anni fa nella mia casa che possedevo nel Delta del Po. È stata una esperienza molto gratificante. Facevo tutto il lavoro da sola e a causa dell'età non ho potuto continuare. Prendere un aiuto avrei lavorato in perdita. Mi è dispiaciuto molto cessare l'ospitalità. Mi piaceva il contatto con le persone e mi sentivo integrata nel mondo sociale con l'indipendenza delle scelte senza senza supervisori e sottomissioni varie del sottobosco di regole non scritte che avviliscono il lavoratore e anche il lavoro. Purtroppo ero già poco prestante e acciaccata e ho dovuto lasciare. Ma avendo le forze consiglio di seguire un tale progetto. Buona scelta e in.bocca al lupo:-)
RispondiEliminaCiao Nou
P.S. Non ho letto bene credo, ma se il tuo progetto è ora la libreria, il concetto è lo stesso: valutare le forze e le possibilità in cui la priorità può non essere il denaro. Baci :-)
EliminaGrazie Nou per le tue parole, descrivi perfettamente tutto il positivo (che poi di negativo c'è quasi nulla) del gestire un B&B e probabilmente sarà la scelta che farò. E sono d'accordo, non sono i soldi che devono decretare la scelta e non potrebbe mai essere così: se devo fare qualcosa che non amo o che nemmeno mi piace, i soldi sono ben lontani dal darmene la motivazione. Ti abbraccio
EliminaIl tuo entusiasmo è contagioso e ti auguro di continuare sempre cosi... perchè sono i nostri occhi a scegliere la prospettiva in cui guardare le cose... Facci sapere come stanno andando le cose e consolati nel sapere che anche il mio cellulare è pieno di ricette da condividere e il mio pc pieno di appunti e promemoria da sviluppare... io ultimamente arrivo sempre di corsa, forse un pò troppo per i miei gusti, chissà che il vento cambi anche per noi... ti abbraccio Cri!
RispondiEliminaSpero che la tua assenza dal blog sia causata solo da una vita molto impegnata. Desidero farti i miei migliori auguri per buoni giorni e Buone Feste.
RispondiEliminaCiao
Nou
Cri ovunque tu sia e qualsiasi cosa tu stia facendo tanti auguri, se vuoi, se puoi passa da me c'è un pensiero per te
RispondiEliminaNou, Amanda, che gioia che mi avete dato con il vostro passaggio!! Sono venuta direttamente da voi perchè è la terza volta che provo a commentare sul mio blog ma senza successo, sarà questo pc in prestito...Appena avrò di nuovo una casa, e non dovrebbe mancare molto, e il mio computer vi racconto tutto, che mi mancate tutti tanto!!! Buone feste a voi e a chi amate
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