Ci vuole empatia per ricordare
"Ieri ho detto ai ragazzi: “Domani venite a scuola con una bottiglietta d'acqua vuota”. Sui loro volti, lampante che neanche le insegne di Las Vegas, la domanda “E che cavolo si inventerà stavolta il prof?” “Lo vedrete domani”. Oggi sono entrato in classe. Con un secchio. Ho detto ai ragazzi di sedersi in cerchio. Ho dato a ciascuno di loro un piccolo foglio di carta. Gli ho detto: “Adesso pensate alla persona a cui volete più bene al mondo. Poi disegnate un omino stilizzato e vicino ci scrivete il suo nome” “Ma io posso scriverne due?” “Certo, anche tre se vuoi!” E dopo ho chiesto loro di riempire la bottiglietta, di versarla nel secchio e di tornare a sedersi. L'idea me l'ha data un libro: Ammare, di Alberto Pellai e sua moglie Barbara Tamburini. Perché domenica è la Giornata della Memoria, e sinceramente a me di parlare solo di Shoah non mi va più. Perché per pensare che il passato si stia ripetendo identico bisogna essere un po' miopi. Ma per n...