Andiamo in manifestazione

13 anni fa avevo un fidanzato con la moto, nonchè molto di sinistra e socialmente impegnato. Niente di più naturale che mettere insieme le due cose e partire un bel venerdì, caricati tenda e sacchi a pelo sulla moto, d'accordo con altri amici motorizzati, per una gita a Genova. Ero eccitata dalle immagini che il giovedì avevo visto in tv, da tutta quella gente proveniente da ogni parte del mondo, da tutte quelle bandiere, da quell'onda di colori che sfilava pacificamente per le vie di una città in cui avrei messo piede per la prima volta. E in effetti, appena ci siamo uniti al corteo, tutto era come l'avevo immaginato: canti, slogan, gente sorridente e soprattutto gente di ogni età, dai bimbi sulle spalle dei genitori ai settantenni attrezzati per le lunghe camminate. E chi non era in strada era affacciato ai balconi. I genovesi aprivano le loro porte a chi aveva bisogno di acqua o del bagno, tiravano giù secchiate d'acqua richieste dai manifestanti sudati e accaldati dal cocente sole di luglio.
Poi, all'improvviso, il sole si è oscurato, i colori sono sbiaditi, i sorrisi si sono trasformati in maschere di terrore e l'aria saturata di fumo. La pacifica camminata si è trasformata in un fuggi fuggi, scappa di qua, no di là, corri in spiaggia, cerchiamo di tenerci per mano altrimenti ci perdiamo. Solo negli incubi notturni di bambina avevo provato tanto terrore. E, come negli incubi, non capivo propriamente da chi stessi scappando, chi fosse il nemico. E no, non erano quei brutti ceffi vestiti di nero fin sopra i capelli, non erano quelli lì, che il giorno dopo ho visto con i miei occhi sfasciare cassonetti e vetrine mentre poco più in là un intero plotone in tenuta antisommossa li osservava.
Al panico è succeduta la preoccupazione. Le telefonate a casa per dire "sono al sicuro" (per apprendere poi che in tv si era visto poco o niente di quello che stava succedendo lì). La preoccupazione  di non riuscire a tornare alla moto perchè in ogni possibile direzione da prendere c'erano poliziotti che caricavano i manifestanti. La sensazione che fosse successo qualcosa di veramente brutto che avrebbe segnato la storia d'Italia. 
Lo shock mi è durato giorni; l'inquietudine di passare sotto una galleria con la paura che all'improvviso mi venisse sbarrata la via d'uscita da lacrimogeni e manganelli; il fastidio di vedere il mio stesso casco integrale che mi ricordava un celerino.
Ma lo shock più grande è stato quel che è successo dopo quel weekend di sangue. Cos'è successo dopo? NIENTE. E io che mi aspettavo arresti (non dei manifestanti!), detronamenti, opinione pubblica scandalizzata, che insomma queste cose succedono in quei paesi arretrati dove non c'è democrazia, mica in un paese socialmente e politicamente avanzato come l'Italia?! 
Già.
E la cosa che ancora oggi mi fa più male, più male della morte di un ragazzo, più male delle torture inflitte impunemente a persone innocenti, è sentire persone dire "È stata colpa dei manifestanti".
 



Commenti

  1. La dimostrazione che non si è mai al sicuro, che la democrazia, la libertà, la giustizia non possono essere mai dati per scontati (o forse non esistono). E' vero, c'era quel governo, ma dove era l'informazione? Dove erano tutti gli altri? L'argomento è stato tabù per anni. Ne parlò Enzo Biagi nel suo breve rientro televisivo, non molto prima di morire, e ricordo la strana sensazione che mi fece quel programma, il senso di inquinamento delle anime che sembrava (sembra?) aver macchiato indelebilmente un'intera società. Mi vengono i brividi! Essere lì deve essere stata un'esperienza davvero devastante! Ti abbraccio

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    1. Sì, è stato quello che mi ha angosciata di più. Non più un governo che ha permesso (organizzato?) tutto questo, ma la gente che diceva che sono i soliti manifestanti violenti, e da lì mi è stato tutto chiaro: hanno ottenuto ciò che volevano.

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  2. Beh, in realtà ricordo che ci fu abbastanza casino nei giorni (e mesi) a venire. Ovviamente finito tutto in una bolla di sapone, ma sappiamo come vanno queste cose. Al massimo, servono per essere ricordate nei film, dopo dieci anni.

    Moz-

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    1. Moz ci fu casino perchè ci furono centinaia di persone innocenti picchiate in piazza e nella scuola Diaz e torturate nella caserma di Bolzaneto. Ci fu casino perchè ci è scappato il morto, un morto di 23 anni. Ma ad oggi queste persone non hanno ancora ottenuto giustizia e ad oggi ancora tanta gente pensa che la polizia non abbia colpe. E questo è semplicemente agghiacciante.

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  3. Non ero lì, eppure quel giorno la mia giornata fu condizionata da Genova e tutto quello che significava quel giorno .. a partire dai ritardi dei treni anche nella lontana (ma mica tanto)Pisa...assolata e apatica la rammento e poi il resto fa parte di quelle parti di vita che sempre più spesso vorrei dimenticare...
    Ho visto coi miei occhi la violenza delle forze dell'ordine (...) contro gente pacifica, in cerca di un presente e un futuro più giusto, tra cui ragazzini, ma soprattutto anziani, gente di una certà età, come i NO TAV con cui ci rifugiammo sullo stipite del grande portone di una chiesa, come nei tempi antichi, quando però le porte delle chiese erano sempre aperte, accoglienti (e ora invece, ne parla anche una materia che io amo molto-l'urbanistica- sono sempre inesorabilmente chiuse), ricrdo a Roma una signora anziana rimasta impietrita di fronte ai mezzi con gli idranti e i lacrimogeni...e poi la gente che aveva visto uscire chi poi si occupò della parte vandalica della manifestazione organizzata dalla sinistra, dai circoli ben tollerati (guai a sparlarne che ci fa la figura del'intollerante retrogada) di casa Pound... va be'...non cambierà mai niente?!

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    1. Pensa, io in quel momento credevo che niente più sarebbe stato come prima. Ma nel senso che i colpevoli avrebbero pagato caro e una vergogna del genere non sarebbe mai più potuta accadere. Invece Genova 2001 ha solo aperto la strada, ha solo leggittimato la violenza di Stato e lavorato sull'opinione pubblica affinchè la prossima volta non si scandalizzasse più di tanto.

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  4. Ah, tu c'eri. Io dovevo andarci l'ultimo giorno, ma poi naturalmente sono rimasta a casa. Sì, è stato un episodio drammatico per un paese che vorrebbe definirsi democratico e invece ha usato metodi da dittatura sudamericana. E per com'è andata dopo c'è la tristezza di dover dire che, in fondo, me l'aspettavo.

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    1. Esatto. è proprio a quello che pensavo allora: da dittatura sudamericana.

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  5. uno dei livelli più bassi mai raggiunti: oltre ci sono le stragi, la mafia e le trattative stato-mafia

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  6. grazie per avere scritto questo post... il ricordo è fondamentale e quello che è successo a Genova la mia città in quei giorni è da tenere sempre presente perché è stato un avviso... come dire guardate che cosa possiamo farvi se alzate la testa, la volontà era quella di affossare un movimento anche a livello mondiale che si stava muovendo.
    Quei giorni furono terribili.. chi nn li ha vissuti forse nn potrà mai capire l aria che si respirava a Genova dove si era prigionieri nella propria città...
    Il dopo lo conosciamo e come dici tu nulla di fatto... anzi promozioni e pacche sulle spalle ai vertici.
    E' una ferita che nn si rimarginerà mai.

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    1. Esatto, e se io ricordo non è per dovere ma perchè non riesco a fare altrimenti; è tutto ancora così vivido, come vivida è la rabbia che provo ogni volta che ci penso. Ancora oggi non riesco a discutere con calma con chi la pensa diversamente da me sui fatti di Genova, non mi fa onore ma è più forte di me, sarà perchè non è questione di opinioni (questo può pensarlo chi non sa di cosa parla) ma di meri, tristissimi, angoscianti dati di fatto.

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  7. Chi come me vive a Genova aveva già avuto le avvisaglie del fatto che sarebbero state giornate "strane". hai presente essere per strada, mentre vai a lavorare, con un caldo pazzesco e tutto attorno montano reti alte, fissate a blocchi di cemento, attorno alle vie del centro?Poi alzi gli occhi, perchè senti uno strano rumore e vedi elicotteri volare?
    Poi la manifestazione del primo giorno, la gioia, l'entusiasmo,la bellezza della gente, dei colori, della musica e la felicità che ti scoppia dentro perchè pensi - anche ingenuamente, mi rendo conto - "dai,. che ce la possiamo fare"! - E poi il resto. Quel resto continuato per anni e che continua tutt'ora. Ed il dolore dentro, ogni volta che penso a come è stato ferito un movimento e a come è stata ferita la mia città.
    Grazie per averne parlato. Emanuela

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    1. Grazie a te per aver ascoltato, Emanuela, nonostante tu l'abbia vissuta in modo molto più "forte" di me. È vero, le avvisaglie c'erano, ma mai avrei immaginato che andasse come è andata..

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  8. Fa bene parlare di quanto è successo a Genova in quei giorni, anche se rinnova un dolore lancinante di sdegno e impotenza. Questo è uno dei motivi per cui è difficile sopportare le chiacchiere politiche e soprattutto le ipocrisie.
    Un abbraccio
    Nou

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    1. Hai ragione. E sì, su questo argomento ammetto di essere davvero poco aperta al confronto con chi la pensa diversamente, anche perchè, appunto, non è questione di opinioni ma, come ho detto, di terribili dati di fatto.
      Un abbraccio a te cara Nou.

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  9. Lo shock mi è durato giorni
    ancora oggi, quando vedo una camionetta delle "forze dell'ordine", ho paura e non mi sento sicura.

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  10. C'ero anch'io a Genova. E pur essendo molto vaccinato in scontri di piazza quello che successe allora mi è rimasto nel profondo. Al di là delle "verità" processuali chissà se mai verranno fuori le responsabilità politiche. Tanto per non fare nomi sto pensando a Fini e Scajola (poveretto quest'ultimo è agli arresti domiciliari nella sua villa di Imperia).

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    1. È poi tutta lì la questione, nelle responsabilità politiche, chè quel che è successo è stata tutta schifosissima politica, delle più becere. E povero Scajola sìsì, se la passera malissimo agli arresti in una vila a Imperia...
      Grazie di essere passato Alberto, e benvenuto

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  11. Una delle pagine più nere della nostra storia. .. lo ricordo come fosse ieri. Macelleria italiana dovrebbero dire , ogni volta nel mondo succede una cosa così. ..

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